Vecchia zimarra, senti

Colline
(Mentre Musetta e Marcello
parlavano, si è levato
il pastrano)

(con commozione crescente)


Vecchia zimarra, senti,
io resto al pian,
tu ascendere
il sacro monte or devi.
Le mie grazie ricevi.
Mai non curvasti il logoro
dorso ai ricchi ed ai potenti.
Passâr nelle tue tasche
come in antri tranquilli
filosofi e poeti.
Ora che i giorni lieti
fuggîr, ti dico: addio,
fedele amico mio.
Addio, addio.

(Colline, fattone un involto,
se lo pone sotto il braccio,
ma vedendo Schaunard, si
avvicina a lui, gli batte una
spalla dicendogli tristemente)


Schaunard, ognuno per diversa via...

(Schaunard alza il capo)
mettiamo insiem due atti di pietà;
io... questo!

(Gli mostra la zimarra che
tiene sotto il braccio)

E tu...

(accennandogli Rodolfo chino
su Mimì addormentata)

...lasciali soli là!...

Schaunard
(Si leva in piedi)
(commosso)

Filosofo, ragioni!

(guardando verso il letto)
È ver!... Vo via!

(Si guarda intorno, e per giustificare
la sua partenza prende la bottiglia
dell'acqua e scende dietro Colline
chiudendo con precauzione l'uscio)